“Vivere spiritualmente è vivere nel presente. Lo yoga ci porta nel momento presente, facendoci diventare coscienti del nostro allineamento corporale, dei nostri movimenti e della nostra respirazione.”
E ora qualcosa per spiegare perché usare le asana (posizioni) all’interno della pratica Yoga.
Per noi occidentali, che siamo abituati a vedere, per credere, la spiegazione ha un tono scientifico: “Le asana funzionano perché stimolano la circolazione sanguigna, favorendo l’eliminazione delle tossine, inoltre l’utilizzo del respiro abbinato all’ esecuzione delle posizioni, permette una riossigenazione globale, a beneficio di tutto l’organismo.”
Secondo la visione orientale, invece, la pratica delle posizioni funziona perché favorisce il libero scorrere, all’interno del corpo, del prana, ovvero l’energia vitale (chi o ki secondo la medicina tradizionale cinese) .
Secondo queste teorie le rigidità del corpo corrispondono a un blocco del prana e ad un conseguente accumulo di tossine. Le tensioni fisiche nel corpo corrispondono a delle tensioni mentali, per questo è necessario liberare l’energia accumulata, e cioè è possibile attraverso la pratica delle posizioni yoga che sciogliendo le rigidità del corpo rimuove questi blocchi mentali.
Lo scopo dello yoga è quello di risvegliare la Kundalini, ovvero l’energia a disposizione dell’uomo per la propria evoluzione, si trova alla base della colonna vertebrale. La pratica delle posizioni aiuta a risvegliare questa energia, che aiuta l’uomo nel suo percorso verso l’evoluzione risalendo lungo sumshumna nadi, cioè il canale energetico principale, che si trova in corrispondenza della colonna vertebrale.
L’energia sale passando per i vari chakra, cioè i centri energetici responsabili di determinate aree del corpo e della mente , per poi arrivare al compimento del suo percorso risvegliando i centri superiori responsabili dell’evoluzione della coscienza umana.
Quindi le asana funzionano perché:
Per fare yoga nel modo corretto è molto importante l’atteggiamento che adottiamo nel corso della pratica e mettersi in contatto con il proprio respiro, non è fare ginnastica. L’ingrediente fondamentale per fare yoga è l’attenzione a ciò che si sta facendo e l’ASCOLTO interiore. Partendo dal presupposto che avete capito qual’è l’atteggiamento giusto per praticare, questi sono alcuni consigli utili per capire come praticare le posizioni.
Prima di cominciare, ricordatevi che le varie asana sono disegnate per aprire e rilasciare gradualmente varie aree del nostro corpo, può occorrere molto tempo prima di mantenerle con facilità, siate pazienti , prendete il vostro tempo. Traete diletto dal procedimento. Tenete in mente che le asana non sono destinazioni, né contorsioni strane che vi forzano in qualche esoterico scopo. Tutto ciò è parte di un processo in corso di autoesplorazione e autoguarigione, ciascuna asana agisce in un’area specifica. La cosa importante è immergersi nel processo, questo è ciò che interessa, non ottenere pose elaborate. Coinvolgersi nel processo acconsentirà i risultati desiderati.
Lo Yoga non è una competizione, neanche con noi stessi, è un modo di fare quello che può essere fatto in quel momento, di essere consapevole di quello che fai, di costruire forza e resistenza, e di lavorare dolcemente sulle restrizioni, ma essere più flessibile di ieri non è lo scopo.
Il dove sei nell’asana varierà dal tempo che la pratichi, l’idea è di iniziare con calma dovunque sei e lavorare progressivamente verso movimenti più profondi praticando i passi intermedi che condurranno all’asana finale. Se, per esempio, avete difficoltà ad incrociare le gambe nel Loto, avete bisogno di praticare i passi intermedi che possono essere fatti ora, e che se ripetuti regolarmente, vi permetteranno di sedere comodamente nella posizione del Loto. Pensate al vostro corpo come il tempio o la casa del divino, e portate consapevolezza in una specifica espressione, ed a ciascun’asana come a una preghiera. Imparate ad assumere ogni asana come se fosse il centro di tutta vita e di tutte asana.
Ogni asana che assumete vi suggerirà tutto l’universo del quale essa è una parte, nulla esiste isolato. I vecchi maestri avevano capito questo molto bene, questo è il segreto dello yoga.
Insomma, per concludere, attraverso le asana e usando il respiro dentro di esse per canalizzare l’energia e l’attenzione si arriva da uno sforzo pieno di sforzo ad uno sforzo senza sforzo.
“La pratica dello yoga è una trasformazione graduale, da uno sforzo pieno di sforzo allo sforzo senza sforzo, che minimizza lo sforzo fisico ed esalta le qualità dell’ intelligenza nell’osservazione e nell’attenzione, affinchè il sadhaka (il praticante) possa utilizzarle per penetrare il proprio obiettivo: l’aquisizione della conoscenza e dell’esperienza spirituale.”
(B.K.S. Iyengar)
Charlotte Principe
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