Da appassionato di musica e da amante della natura mi è rimasto naturale scegliere la strada per un’agricoltura sensibile e sostenibile. Spesso prendo la chitarra e vado a strimpellare in mezzo al vigneto ed è come se attraverso quelle note potessi collegarmi con lui e mi viene spontaneo pensare che mi ascolta. Per me è altrettanto naturale e spontaneo pensare a come portare equilibrio e salute attraverso le pratiche agronomiche. Per esempio creare un inerbimento nel vigneto selezionando le giuste piante che andranno a ricreare la biodiversità è un passaggio fondamentale, soprattutto oggi che siamo perfettamente consapevoli dei cambiamenti climatici in atto. L’inerbimento crea una “pelle” protettiva contro la siccità o la troppa pioggia. La natura ha già tutti gli strumenti per essere in grado di gestire le situazioni difficili, sta a noi agricoltori ed alla nostra coscienza utilizzarli in modo corretto. Infatti se osserviamo un bosco ci rendiamo subito conto che, senza nessun tipo di aiuto da parte dell’uomo, è assolutamente in grado di vivere rigogliosamente con un terreno che è il più fertile di tutti e ci dona un meraviglioso esempio di equilibrio e vitalità.
Nel vigneto e nell’orto, attraverso il buon senso e le buone pratiche, possiamo raggiungere lo stesso meraviglioso spettacolo osservato nei boschi e tutto diventa melodia. Quando strimpello in mezzo al mio vigneto/bosco io gli dono un pensiero attraverso la mia chitarra e lui mi dona la sua armonia attraverso la sua vitalità.
Attraverso l’interramento di culture apposite si può donare alla nostra terra la medesima vitalità. Questa pratica si chiama sovescio. Molte sono le varietà di piante che possiamo usare per questa pratica così semplice e così efficace per ridare energia e armonia alla terra che coltiviamo.
Tra le più importanti leguminose da sovescio possiamo usare il favino, il trifoglio incarnato, la veccia, il pisello da foraggio, la lupinella, il lupino, la soia, il meliloto, più alcuni ortaggi come la lenticchia, il pisello, il fagiolo e la fava.
La veccia per esempio è perfetta anche per il sovescio in località di montagna o per il sovescio invernale in località a clima più rigido: questa leguminosa resiste anche a -12 °C.
Il favino invece è il più conosciuto ed usato perché è una pianta molto resistente e si adatta a terreni poco strutturati e difficili avendo la radice a fittone, per intenderci simile a quella della carota. Il favino può farsi spazio nonostante il terreno sia compatto perché dona un ottima massa verde che si trasforma in cibo per i microrganismi che andranno a creare la sostanza organica del suolo.
In tutto quello che faccio come agricoltore, ricerco e ricreo la stessa armonia che produco con le note che escono dalla mia chitarra.
Ti è piaciuto questo articolo? Rimani in contatto con noi.