Cosa rende l’uomo diverso da un pesce?
Un infinità di cose, ma in profondità, nell’essenza, solo una.
C’è una attività che il pesce non può smettere di compiere e che lo definisce nella propria identità.
Qualcosa che lo impegna per tutta la vita, in ogni istante.
Non è quindi una vera e propria azione volontaria ma quasi un riflesso incondizionato.
Il pesce è il nuotante, cioè quello che nuota.
Similmente l’essere umano è il meditante, cioè colui che medita.
Similmente ma non in maniera identica. L’essere umano infatti nasce meditante, ma spesso perisce avendone perduto totalmente la facoltà, la capacità.
Il pesce smette di nuotare quando muore, l’uomo invece può morire avendo dimenticato totalmente cosa sia il meditare.
L’uomo, fra tutte le creature, è dotato per dirla in termini biblici, di libero arbitrio. Può quindi scegliere. L’uomo fa ciò che sceglie. E può così anche scegliere di snaturare totalmente se stesso. Può scegliere se nutrirsi di veleno o di cibo sano, se inquinare la stessa aria che respira, se donare se stesso o razziare agli a altri, se essere vittima o carnefice; addirittura se vivere o auto infliggersi la morte, cosa che in natura mai accade.
Ma in verità, l’essere umano di fronte ad un evento ha solo 2 scelte possibili:
accettare/unire oppure rifiutare/separare.
Di fronte alla realtà l’uomo o la accetta aprendosi alla comprensione, o la rifiuta precludendosi ogni possibilità di vera crescita evolutiva.
Meditazione deriva dal latino meditazio ossia riflettere. Comunemente ne si deduce che meditare su un evento significhi riflettere su ciò che è accaduto. Ma non è proprio così. Essere in meditazione significa accettare anche quando non si è ancora compreso che la realtà è specchio di ciò che già accade dentro di noi. Da questo nuovo punto di vista possiamo realizzare che lo stato meditativo è il luogo dove incontriamo noi stessi, dove ci riallineiamo con noi stessi, con ciò che siamo veramente.
Per il pesce nuotare è un riflesso/risposta alla propria realtà nella quale è letteralmente immerso: l’acqua.
Il pesce non discute su se stesso, non dubita della sulla realtà e non nasce pesce che non sia in grado di nuotare. Non nasce pesce che nella paura di essere se stesso si nasconda rifiutandosi di nuotare.
Conoscere se stessi significa incontrare le nostre più grandi paure, per svelarne la natura illusoria, e infine superarle, iniziando così a vivere davvero secondo la propria natura.
O lotti con la realtà e combatti per la sopravvivenza, o torni a meditarla scoprendo chi sei davvero e realizzando ciò che desideri.
Amerigo Scantamburlo
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