Raramente i commercialisti ti danno ottime notizie.
Questa però, non me l’aspettavo proprio.
Certo! Avere un incontro di lavoro così… Mah!?
Meno male che dovevamo solo fare il punto della situazione!
Altroché…
Una svista del genere mi costerà sicuramente un bel po’ di soldi… e dove sarei andato a trovarli!?
Pensieri di ogni tipo mi frullavano in testa.
Ero incazzato e preoccupato.
Unica cosa positiva alla fin fine era che conoscevo perfettamente quello stato d’animo ormai.
Proprio così! Uno stato d’animo consueto, purtroppo per me.
Anzi!
Era proprio da quella condizione che stavo tentando di fuggire ormai da anni… Con tutte le mie forze.
Avevo dato tutto me stesso per allontanarmi da obblighi, divieti e doveri dell’azienda.
Fornitori, clienti, magazzino, banche, finanziamenti, ordini, imprevisti erano diventati un incubo.
La sensazione di non avere via d’uscita. Trovarsi continuamente davanti uno scoglio talmente grande da non poter scavalcare, aggirare o attraversare e, al tempo stesso, forzatamente, la necessità di andare oltre…
Ogni volta la fatica e il peso di sentirmi in dovere di attivare la mia creatività al massimo per risolvere tutto per me e per tutti. La sensazione di essere disperatamente solo e che l’unico che poteva tirarmi fuori ero solo io.
Era come se quell’emozione mi ricorresse, come se fosse parte di me. L’idea di non avere via d’uscita se non attraverso la mia propria abilità.
La totale solitudine nel momento della difficoltà contrapposta invece, alle tante persone attorno a me pronte a celebrare insieme quanto eravamo stati bravi come team quando le cose andavano bene e questa consapevolezza mi faceva incazzare anche di più.
Apparentemente mi ero allontanato da tutto questo, ma evidentemente non abbastanza dal momento che mi trovavo ancora là.
Boh!? Ero scoraggiato… Rassegnato.
Assorto nei miei pensieri valutavo tutte le alternative e le possibili soluzioni.
Il turbinio di pensieri e di emozioni dentro di me vorticava e si amplificava ogni volta che maledicevo il mio consulente per non avermelo fatto presente al momento opportuno quel dettaglio che adesso mi sarebbe costato un bel po’ di soldi e ancor di più me stesso per la mia ingenuità per non essermene accorto.
Vittimizzandomi, rimuginavo “Tanto dipende tutto da me!”.
D’improvviso le ruote dalle ruote dell’auto sale un suono diverso, consueto… Quello dell’acciottolato del cortile. Quasi senza accorgermene mi ritrovo sotto casa.
Con movimenti automatici parcheggio, salgo lentamente un gradino alla volta, afferro con decisione il corrimano a sostenere i miei passi, infilo la chiave nella toppa, apro l’uscio e segnalo la mia presenza.
“Ciao Amore. Sono rientrato!”
Da un’altra stanza sento, familiare, una voce femminile che mi risponde qualcosa di indefinito. Apro il frigo, mi verso qualcosa da bere e mi siedo in terrazza.
Ho lo sguardo perso nel vuoto.
Dietro di me, d’improvviso.
“Giovanni!”
Mi volto di scatto.
“…Non mi hai sentito!?”
Scuoto la testa.
“Vieni qua che dobbiamo farti vedere una cosa bellissima!”
Trascinato di nuovo nella realtà, mi alzo e mi dirigo dentro casa… “Dobbiamo!?” Rimugino “Lei e chi!?”
Prendo contatto con i miei passi, curioso di vedere quale cosa bellissima abbia avuto il potere di distogliermi dal vortice delle mie inquietudini.
“Dove sei!?” Chiedo a voce alta entrando in casa.
“Vieni qua! Vieni a vedere!”
Entro nello studio e insieme a Ginola, vedo lei. Insieme sorreggono un pannello di legno decorato con una specie di disegno circolare. Su di loro si espande un’espressione di orgoglio e di soddisfazione condita da un sorriso di compiacimento che le illumina e ne incornicia i volti. “Che ne pensi!?”
Mi chiedono all’unisono.
“Ma che cosa state combinando voi due qui insieme!?” Nel mio cervello affiora questa affermazione ma credo sia rimasta solo a livello di pensiero…. In quel momento non penso di aver pronunciato alcuna parola.
“Ci abbiamo lavorato tutto il pomeriggio!”
Mi si disegna un punto interrogativo sulla faccia.
Il loro desiderio di condividere con me è palpabile non di meno la loro esigenza di approvazione.
Sento salire ansia da prestazione.
Quasi intimidito da tanto entusiasmo esclamo
“Che cos’è?”
Sale di un’ottava il tono della loro risposta. “Che cos’è!?”
“Ma come che cos’è?!!” Altra ulteriore ottava.
Ora la loro espressione è decisamente cambiata. Sono risentite, direi quasi offese.
“Ma non lo vedi!? È il mandala dei Tarocchi di Yodorowsky!”
Pronunciano queste parole mentre il loro sorriso ritorna e di nuovo sconfina nell’eccitazione.
Mi prendo un attimo di riflessione per accertarmi di aver capito bene.
Osservo il pannello. Osservo il disegno. La qualità del loro lavoro.
Mi impongo di essere onesto. Per il mio e per il loro bene.
Poi. Lapidario…
“Quella roba lì, finché ci sono io, a casa mia non ci entra!”
Tutto questo accadde un giorno di un bel po’ di anni fa.
Nel frattempo sono successe tante cose. Prima di tutto la mia compagna di allora oggi, non è più nella mia vita, al contrario di Ginola Casciani che, invece, incredibilmente è ancora qui.
Lunga, articolata, a tratti incredibile, spesso impegnativa è la storia che mi lega e mi ha legato a Ginola in questi anni. A noi, a me e Ginola, piace ricordare, non senza orgoglio che il nostro più grande insuccesso è stato quello di provare a volerci male.
Abbiamo veramente fatto quello che era in nostro potere per non parlarci più e toglierci il saluto.
Ciascuno di noi due ha dato all’altro il pretesto e l’opportunità di sentirsi offeso e chiudere l’amicizia e la stima reciproca. Ebbene, per quanti sforzi possiamo aver fatto in tal senso, come detto, non ci siamo riusciti.
Eh sì, questo è stato il nostro più grande insuccesso.
Qualche anno dopo, quando ho sentito che era maturo il messaggio di trasformazione e di evoluzione da trasmettere a tutti, ho chiamato Ginola per costruire insieme i primi seminari di Conoscere per Cambiare che oggi si chiama Antropomagjia. Ginola, da brava attrice e regista di teatro, aveva il ruolo di recitare le sue poesie e guidare le interazioni mentre io mi occupavo della parte frontale.
Mi sono avvalso di Ginola come punto di riferimento intellettuale nella valutazione dei miei scritti prima che diventassero libri. Casa di Ginola per me è il luogo dove sostare nei momenti importanti… Anche in quelli molto importanti. Con Claudio Lissi e Ginola abbiamo avviato Giove’sWay Edizioni e pubblicato la sua prima raccolta di poesie. Oggi con lei, non solo andiamo in giro a promuovere i titoli che editiamo, ma lei si occupa di valutare la qualità dei manoscritti che ci vengono sottoposti.
Ma torniamo un attimo a quel pomeriggio di tanti anni fa… Subito dopo l’incontro con il mio commercialista.
Ginola il quel momento mi prospettò davanti tutti i Tarocchi di Yodorowsky appiccicati in bell’ordine su di un pannello di legno. La sensazione che mi suscitò quel gesto, in quel momento, lo si è capito, fu perlomeno di repulsione.
Oggi mi ritrovo a scrivere, a quattro mani, un libro (Di cui questo post ne è l’incipit – NDR) con Ginola Casciani per parlare di Arcani Maggiori e di Antropomagjia. Mi viene da dire…
Per fortuna che cambiare opinione è lecito.
A proposito.
Da ora in poi non mi sentirai più parlare di Tarocchi ma solo di Arcani Maggiori.
Buona lettura e buon divertimento.
Facilitatore PSYCH-K®
Ideatore e Relatore del Percorso ANTROPOMAGJIA
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