“Che la semplicità di questo metodo non vi induca a non farne uso, perché quanto più le vostre indagini proseguiranno, tanto più vi renderete conto della semplicità di tutto il creato.”
Edward Bach 1886-1936
Nel 1930 quest’uomo di allora 43 anni decise di abbandonare la sua redditizia attività di medico, per dedicare gli ultimi 6 anni della sua vita alla ricerca di un metodo di guarigione basato sull’individuo e non solo sulla malattia.
La sua visione infatti, si allontanava dallo sguardo “meccanicistico” dei sistemi di cura occidentali e si avvicinava ad una comprensione “olistica” ovvero che includeva tutte le componenti dell’uomo, nella consapevolezza che esse interagiscono e si influenzano fra di loro. Egli era desideroso di trovare un metodo di cura semplice e naturale, che potesse essere comprensibile ed utilizzabile da chiunque e che inoltre non inducesse alterazioni o corruzioni nell’essere umano.
“La malattia non è né una crudeltà in sé né una punizione, ma solo ed esclusivamente un correttivo, uno strumento di cui la nostra anima si serve per indicarci i nostri errori, per trattenerci da sbagli più gravi, per impedirci di suscitare maggiori ombre e per ricondurci alla via della verità e della luce, dalla quale non avremmo mai dovuto scostarci”
Edward Bach
Decise quindi di lasciare il suo studio a Londra e di trasferirsi in Galles, determinato a dedicare il resto della sua vita ad un nuovo tipo di medicina, sicuro di poterlo trovare solo in natura. Giunto in Galles però, si accorse di aver preso una valigia sbagliata… invece di quella con i sui strumenti e alambicchi aveva portato con sé quella che conteneva solo scarpe.
Interpretò questo come un segno da parte del suo Sé Superiore, il quale gli stava probabilmente dicendo che da quel momento in poi avrebbe dovuto usare solo se stesso come unico strumento di valutazione… E così fece… Passeggiando moltissimo nelle campagne e nei boschi di questa regione, osservò le erbe e i fiori che vi crescevano… il loro colore, le forme i profumi, il terreno e le loro reazioni agli agenti esterni… Ricercò le analogie tra il carattere degli esseri umani e quello delle piante e si rese conto che quando queste presentavano certe caratteristiche nella forma esteriore, nel comportamento o rispetto all’ ambiente naturale, avrebbero curato per assonanza lo stato emotivo ad esse associato. Affinò la sua innata sensibilità, arrivando a riconoscere le proprietà delle piante con il solo contatto della mano o della lingua.
Uno ad uno trovò tutti i rimedi che cercava, ognuno collegato ad una emozione o ad un particolare stato mentale, e tra le migliaia di erbe oggetto dei suoi studi ne scelse solo 38.
Una mattina di maggio mentre stava attraversando un campo ancora bagnato di rugiada, comprese come il fiore liberasse in essa le sue proprietà, le sue virtù, la sua essenza stessa. Ne dedusse che il calore del sole doveva magnetizzare fortemente l’acqua; mise così appunto quello che definì “metodo di solarizzazione”. Questo sistema usava l’energia solare, per trasferire la vibrazione della pianta nell’acqua in cui erano poste le corolle del fiore prescelto per creare il rimedio.
Le piante sono state usate a scopo terapeutico fin dalle origini, ma Bach le distinse tra piante che leniscono le sofferenze e piante che sono dotate di specifiche virtù guaritrici divine. A queste ultime egli è arrivato solo grazie alla sua sensibilità e al suo grande desiderio di ricercare la vera natura delle cose; ed è interessante notare che si tratti sempre di piante atossiche, non utilizzate per l’alimentazione umana e per lo più dall’aspetto modesto che ne rende insospettabili le qualità. Alcune vengono usate anche in fitoterapia ma la maggior parte sono considerate “erbacce” e secondo Bach esse dovrebbero essere sempre raccolte allo stato selvatico e in determinati luoghi non contaminati dall’uomo.
Nel 1934 Edward Bach scriveva questo sull’ azione delle sue essenze floreali:
“Fiori cespugli e alberi non coltivati di ordine superiore hanno, grazie alla forza delle loro vibrazioni, la capacità di aumentare le nostre e di aprire i canali di comunicazione con il nostro Io Spirituale; di inondare la nostra spiritualità con le virtù di cui abbiamo bisogno e di purificare con ciò le carenze caratteriali che sono all’origine delle nostre sofferenze. Come la bella musica e tutto ciò che è grande e ispirato, essi possono elevare la nostra spiritualità e portarci più vicino alla nostra Anima.
Edward Bach
Per questo tramite esse ci danno pace e ci liberano dalle sofferenze. Non ci guariscono per il fatto di agire direttamente sulla malattia, ma perché inondano il nostro organismo con le vibrazioni positive del nostro Io Superiore, difronte al quale la malattia si scioglie come neve al sole.”
Edward Bach ha lasciato questa vita nel sonno, la sera del 27 novembre 1936, dopo aver completato la sua opera. Se n’è andato all’età di soli 50 anni, ma il suo modo umile e allo stesso tempo fiero, di mettersi al servizio della ricerca della vera guarigione dell’essere umano, rimarrà sempre un grande esempio di Amore incondizionato per tutto il creato.
“Non vi è una vera guarigione senza un cambiamento del modo di vivere, senza la pace dell’anima, senza una sensazione di gioia interiore”
Edward Bach
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